Storia

Il medioevo di Uta

il Medioevo di Uta fu caratterizzato dapprima dalla laboriosità dei monaci benedettini che costruirono anche il Santuario di Santa Maria, poi dalle lotte fra Aragonesi e Pisani, prima della definitiva vittoria dei primi e del dominio feudale dei Carroz

Dopo il crollo dell’Impero Romano, Uta subì lo stesso destino del resto della Sardegna meridionale con l’influenza bizantina e il sorgere dei Giudicati, soggetti politici suddivisi in curatorie tra cui quella di Decimomannu. Durante tutto l’Alto Medioevo si fece sentire la presenza benefica dei monaci benedettini, impegnati tanto nella preghiera quanto nella bonifica di terreni e nell’agricoltura: nel 1089 il giudice di Cagliari Torchitorio I gli cedette la chiesa di San Genesio, che sarebbe diventata il primo nucleo del pregevole Santuario di Santa Maria.

Questo equilibrio si ruppe nel 1258 con la brusca entrata della potente famiglia pisana dei Della Gherardesca, che dette inizio a un lungo periodo di instabilità e schermaglie con le potenze vicine, soprattutto con gli Aragonesi che nel 1324 erano sbarcati in forze conquistando la maggior parte della Sardegna. Appena quattro anni dopo, Uta fu occupata con le armi dal capitano Berengario Carroz e venne inclusa nella Baronia di San Michele, mentre tra il 1365 e il 1409 subì le vicissitudini della guerra fra gli iberici e il regno di Arborea, venendo alternativamente conquistata dall’una e dall’altra coalizione.

Tornata definitivamente agli Aragonesi, Uta fu nuovamente inserita tra i possedimenti della famiglia Carroz, come ricorda anche la chiesa parrocchiale di Santa Giusta nel cui arco è stato scolpito lo stemma. Alla morte di Violante Carroz, nel 1511, Uta e l’intero comprensorio passarono ai Centelles.

 

Vuoi lasciare un commento?

Compila i campi per lasciare un commento. Il commento verrà pubblicato dopo l’approvazione del moderatore.